Riceviamo e pubblichiamo dal Popolo della Famiglia Umbria
«È deludente come il sindaco Bandecchi, pur di compiacere ad una cerchia ristretta di associazioni e di interessi particolari, porti avanti azioni con forzature giuridiche ed amministrative, in barba anche ad una recente Circolare del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno che ritiene lecito il rifiuto di trascrizione di un atto di nascita estero dove risultano due padri, o due mamme (Circolare che richiamava i contenuti della sentenza della Cedu di Strasburgo dello scorso 22 giugno).
Il bambino in questo caso è nato a Terni, in una situazione dai contorni giuridici ancora più dettagliati e che dimostra come il sindaco ha voluto agire in modo autonomo ed in barba alla legislazione nazionale.
Una iniziativa, quella della trascrizione, che conferma quello che avevamo sempre sospettato in merito all’assenza di veri contenuti politici e programmi di sviluppo che la città invoca e supplica. I cittadini ternani avevano respinto nel 2018 questa deriva politica con l’elezione di Leonardo Latini, un amministratore che non ha mai nascosto il suo sostegno alla famiglia naturale; dopo il polverone di propaganda elettorale di maggio, Terni si accorge che, come Milano, Roma e Firenze, anche il suo sindaco ha i calzini arcobaleno.
Il Popolo della Famiglia chiede l’intervento della Prefettura non perché venga cancellato l’atto di nascita, ma l’incauta trascrizione del sindaco Bandecchi che ha autorizzato uno stato di famiglia non conforme all’ordinamento vigente».