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San Valentino 2022 – solenne pontificale. Mons. Soddu: “L’esempio, fulgido, fresco e attuale di san Valentino che, amandoci come figli, ci incoraggia a non avere timore e perciò a nutrire il sentimento puro dell’amore”

Celebrata solennemente domenica 13 febbraio nella Cattedrale di Terni la festa diocesana di San Valentino, con il pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Emilio Dario Sensi, della presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del Questore Bruno Failla, dei parlamentari Alessandrini Valeria e Nevi Raffaele, degli assessori del Comune di Terni, delle autorità militari, assessori e consiglieri regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi.
Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronuciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.
La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.

“Il nostro santo Patrono Valentino – ha detto mns. Soddu – si è collocato nella storia come persona saldamente fondata e radicata in Cristo, come albero piantato lungo corsi d’acqua viva. Le sue radici umane hanno attinto alle sorgenti della salvezza e hanno tessuto la sua vita con una infinità di trame d’amore che, intrecciando sapientemente tra loro i numerosissimi fili, hanno potuto produrre mirabili arazzi di rara bellezza, costruiti intorno a fonti storiche, tradizioni e leggende. Arriva fino a noi oggi san Valentino col suo cuore grande, colmo d’amore per Dio e per quanto Dio ha creato e ristabilito attraverso l’opera d’amore del suo Figlio. Egli ha saputo incarnare lo spirito delle Beatitudini evangeliche e perciò si è schierato e quindi si è posto dalla parte degli ultimi. Il suo cuore colmo d’amore è il riflesso di quello di Cristo, e si presenta a noi affinché ogni nostro cuore possa avere le medesime caratteristiche.
San Valentino ci incoraggia sulla via del bene, consapevole che davanti a certe questioni complesse, anche gli apostoli di Gesù ebbero delle perplessità, dei dubbi, fino anche ad affermare “se le cose stanno così non conviene impegnarsi”. Davanti a simili posizioni Gesù risponde interfacciando cioè proponendo alla convenienza l’opportunità. Anche ai nostri giorni tante questioni vengono affrontate e portate avanti seguendo i soli criteri di convenienza e così facendo –lo capiamo benissimo- si operano tutti quegli scarti che generano ingiustizie, squilibri fazioni e sopraffazioni. Sta davanti a noi il bell’ esempio, fulgido, fresco e attuale di san Valentino che, amandoci come figli, ci incoraggia a non avere timore e perciò a nutrire il sentimento puro dell’amore. Egli offre pertanto anche oggi alla nostra città – così come nella tradizione – una rosa rossa… Una rosa, che andando ben oltre un ipotetico vago e fugace sentimento di infatuazione, indica una strada: quella che dagli occhi si dirige e si tuffa nel cuore e lo orienta verso l’Amore vero; l’amore grande che sostanzialmente mira alla costruzione di un bene grande e totalizzante -proprio com’è l’amore – ossia il bene comune”.

Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino, lungo le vie della città, passando davanti al palazzo Comunale, la chiesa del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo. Sul sagrato c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi e la benedizione finale del vescovo. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

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